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Terra ribelle Rassegna stampa Articoli Articulos

Prodotta nel 2010, questa fiction romantica dall'appassionante storia d'amore, dallo sfondo western della Maremma ha per protagonisti Rodrigo Guirao Diaz ed Anna Favella con Fabrizio Bucci,Humberto Zurita,Jorge D’Elia,Sabrina Garciarena...

Re: Terra ribelle Rassegna stampa Articoli Articulos

Messaggioda veu » lunedì 27 giugno 2016, 22:28

Da MyMovies:

Terra ribelle: Vento di passioni in Maremma

Da domenica, la nuova saga popolare di RaiUno.
di Edoardo Becattini

venerdì 15 ottobre 2010

Cavalcando in Maremma
Due amici divisi da una donna. Un padre padrone gretto e spietato. Una famiglia di nobili in disgrazia. Un territorio selvaggio di immense distese dove la popolazione che non coltiva la terra o gestisce il bestiame si dedica al brigantaggio. Bastano questi elementi per comprendere come Terra ribelle, il ritorno alla fiction in costume di Cinzia Th Torrini, rappresenti un tentativo di contenere dentro il piccolo schermo il grande respiro del melodramma che da Via col vento soffia un turbinio di storia e leggenda che arriva fino a film come Cuori ribelli, Vento di passioni e Australia. Dalle sconfinate pianure del Nord-America si passa alle vallate, alle colline e ai monti della Maremma toscana di metà Ottocento, dove il paesaggio più aspro e differenziato diviene teatro di una saga romantica che, fra risvolti e ribaltamenti drammaturgici, rimanda ai vecchi romanzi popolari.
Protagonisti sono Andrea e Iacopo, amici fin dall'infanzia, anche se il primo è il figlio di una serva e il secondo di un padrone latifondista. Le loro avventure a cavallo e le gare di destrezza nel radunare il bestiame sono destinate a trasformarsi in una sanguinosa rivalità quando nelle loro vite compaiono le due figlie del Conte Giardini, nobile decaduto in seguito al fallimento della Banca Romana.
Prodotto e realizzato a tempo di record durante l'ultima estate fra le pampas argentine, Terra ribelle andrà in onda a partire da domenica in sette prime serate su RaiUno. Nelle parole del direttore di RaiFiction Fabrizio Del Noce, il nuovo lavoro di Cinzia Torrini rappresenta "un ritorno in grande stile dell'azienda al seriale in costume: un genere molto ricco, con molta azione e tante situazioni diverse fra amore e violenza, che ripercorre un periodo importante della storia della nostra nazione come quello che ha portato all'Unità d'Italia". Per il produttore Alessandro Jacchia, rappresenta invece un nuovo genere: "Un'avventura epica con venature sentimentali in cui vince la forza delle immagini e dello spettacolo". Ne abbiamo parlato con la regista e con gli attori.

Da dove nasce la storia di Terra ribelle?
Cinzia Th Torrini: Nasce dentro di me, da quelle passioni personali a cui volevo dedicarmi da tanto tempo. Nasce dalla mia passione per andare a cavallo e dai racconti che ho sempre ascoltato fin dall'infanzia sulla Maremma. Terra ribelle è la realizzazione di un sogno che ho coltivato nel tempo attraverso ricerche di leggende e fotografie che cercassero di mostrare lo spirito di quel tempo ormai così lontano. La prima sfida è stata quella di raccontare un film in costume, un romantic western per così dire, attraverso il linguaggio della fiction: coniugare passione, amore e amicizia maschile con un occhio all'epica di Sergio Leone. L'altra sfida è stata scoprire nuovi attori. Così come coltivo una passione per la raccolta di conchiglie in Maremma, così cerco sempre di scegliere con estrema cura tutti gli attori durante i casting, dai protagonisti alle comparse. Il destino ha voluto che abbia trovato due protagonisti in Argentina e due in Italia. Oltre a loro, mi sono affidata con lo stesso spirito d'avventura a due grandi attori come Maurizio Mattioli e Mattia Sbragia ribaltando i ruoli che questi interpretano di solito. Maurizio è famoso per le sue commedie, ma ne ho voluto tirar fuori un'intensità drammatica e una ferocia da antagonista. Allo stesso tempo, Mattia Sbragia, che era stato un ottimo antagonista in Don Gnocchi, qui interpreta un personaggio un po' svagato e apporta dei tocchi di umorismo.

Come avete lavorato sui protagonisti?
Anna Favella: Il mio personaggio è Elena, la figlia ribelle del Conte Giardini, una ragazza che, a dispetto del suo ceto sociale, si comporta tutt'altro che come una contessina. La vediamo innamorarsi di un buttero e vestire degli abiti un po' particolari per cercare di entrare negli ambienti accademici, dove a quel tempo le donne non erano ammesse. Cinzia voleva una donna che sapesse il fatto suo e mi ha aiutato molto a far emergere tutta la sua passione per la vita.
Sabrina Garciarena: Luisa è la sorella maggiore di Elena, l'altra figlia del conte caduto in rovina, e rispetto a lei ha un atteggiamento più responsabile: sogna un matrimonio felice e sostituisce un po' quella madre che è venuta a mancare molto presto in famiglia. Tuttavia, il fatto che sia Iacopo che Andrea si innamorino di Elena la porta a sentirsi rifiutata e a scatenare un conflitto cupo con la sorella.
Rodrigo Guirao Diaz: Come attore, il mio personaggio ha rappresentato un enorme regalo. Andrea è un eroe epico, avventuroso e carismatico. Assieme ad Elena, costituisce il figlio realmente ribelle di questa terra, quello che ama il rischio e che conserva sempre un grande cuore. Nel corso delle puntate lo vediamo lottare per amore, contro l'ingiustizia, in un crescendo di intensità drammatica. Sono molto grato a Cinzia per avermi scelto. Ho imparato molto da lei, è davvero una regista che sa come lavorare con il genere, con la macchina da presa e con gli occhi degli attori.
Fabrizio Bucci: Iacopo è invece il figlio del perfido padrone del podere, il che lo porta a vivere un grande conflitto interiore. Iacopo porta amore e rispetto sia verso il padre che verso Elena e Andrea, ma spesso i suoi sentimenti si scontrano con i suoi doveri di erede del latifondo e arriva in più occasioni a comportarsi come un antieroe. Lavorare con Cinzia è semplicemente meraviglioso: girare un film con lei significa fare un viaggio, scoprire della cose e dare l'anima fino al punto in cui arrivi a volare.

Da attori più navigati, come avete lavorato con Cinzia?
Maurizio Mattioli: Bisogna davvero premiare il coraggio di una persona come Cinzia, una persona straordinariamente garbata che forse proprio nel mio caso ha rischiato molto. Non so in verità come sia andata questa mia interpretazione drammatica. Sono solo contento che sia piaciuto a lei.
Mattia Sbragia: Il Conte Giardini è stato davvero un personaggio difficile da interpretare. Trovavo quasi impossibile all'inizio, quando ho letto la sceneggiatura, concepire un padre disposto a vendere le figlie per salvare il proprio titolo nobiliare e, al tempo stesso, capace di conservare una grande umanità e un grande affetto per loro. Terra ribelle ha una grande sceneggiatura ed è un lavoro incredibilmente complesso da restituire con un grande respiro. Cinzia è una delle poche che possono farlo.

Quali sono state le sfide più grandi della produzione?
Cinzia Th Torrini: La sfida più grande è stata riuscire a fare questo immenso lavoro in tempi molto stretti. Abbiamo scelto le location e gli attori a giugno, a luglio abbiamo girato e fino adesso abbiamo lavorato a una grande postproduzione che prevede anche un grosso utilizzo di effetti speciali. D'altronde fare televisione è dialogare col pubblico. Il feuilleton, la grande saga, vince in quanto prodotto universale. Adoro raccontare storie, per questo ho fatto cinema e faccio televisione: ogni grande storia deve essere raccontata alla grande.
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Re: Terra ribelle Rassegna stampa Articoli Articulos

Messaggioda veu » lunedì 27 giugno 2016, 22:31

Da Mymovies:

Il nuovo feuilleton contemporaneo

Fabrizio Bucci racconta l'esperienza sul set di Terra ribelle.

di Nicoletta Dose

martedì 2 novembre 2010 - Televisione

Se gli intrighi amorosi di Elisa di Rivombrosa hanno lanciato la carriera di Alessandro Preziosi e Vittoria Puccini, Terra ribelle potrebbe rappresentare un'occasione simile anche per l'attore Fabrizio Bucci, co-protagonista delle serie assieme a Rodrigo Guirao Diaz (nel frattempo ingaggiato come protagonista della versione televisiva de "La Traviata" per la regia di Antonio Frazzi). In onda in queste settimane su RaiUno, la fiction di Cinzia Th. Torrini sta ricevendo un ottimo riscontro di pubblico. L'epopea popolare funziona, emoziona e fa ancora sospirare. E mentre la storia prosegue, fra conflitti di passione e tradimenti d'onore, il cast gioca con la notorietà e l'attenzione mediatica che la serie sta ricevendo. Fabrizio Bucci racconta come ha vissuto l'esperienza sul set in Argentina e le speranze per il futuro.

Terra ribelle è un'epopea che riprende gli stilemi del romanzo d'appendice ottocentesco. La portata del progetto è atipica rispetto allo standard produttivo della fiction italiana. Come ti sei avvicinato al progetto? Eri intimorito?
Mi sono posto positivamente. Ero felice per il genere di prodotto che avrei dovuto affrontare e soprattutto di essere il co-protagonista. Ho avuto le migliori intenzioni perché ho creduto da subito al progetto. Sapevo della serialità di Cinzia Th. Torrini che è conosciuta per la sua qualità registica di saper raccontare lunghe saghe che hanno dell'epico o del feuilleton. È un po' una sua prerogativa, per cui ero in mani sicure. In più, la possibilità di andare in Argentina a girare ha risposto a un desiderio che chiunque avrebbe voluto esaudire. Insomma, direi che mi è arrivata l'occasione come un treno in corsa. In quel momento era importante reagire subito. Si trattava di prendere quel treno senza riflettere troppo.

La fiction è interamente girata in Argentina. Come hai affrontato l'esperienza? Hai avuto difficoltà nel convivere sul set con colleghi e troupe che non parlano la tua lingua?
Non ci sono stati grossi problemi di convivenza. All'inizio c'è stata qualche difficoltà di comunicazione perché non parlavo lo spagnolo ed era un po' difficile lavorare insieme. Ma è stato un problema che è durato relativamente poco perché dopo due mesi eravamo già in piena sintonia. E poi è stata una bella opportunità per me perché, grazie a questo lavoro, ho imparato anche lo spagnolo. La collaborazione con gli argentini è stata ottima. Sono stati molto accoglienti. Poi io, nello specifico, mi sono trovato benissimo con Rodrigo Guirao Diaz che è il mio partner in scena. È un bravo attore ma è anche una persona eccezionale con cui ho condiviso un'amicizia nella vita, oltre che sul set.

Come ti è sembrato il metodo di lavoro argentino? Hai notato delle differenze rispetto a quello italiano?
Sì, loro sono abituati a tempi meno frenetici dei nostri. Ma questo è un aspetto culturale, non si vede soltanto nel lavoro. In generale noi siamo un po' più stregati dal tempo, dobbiamo sempre accelerare per aggredirlo. In questo gli argentini sono molto più sereni. Spesso non c'era quell'agitazione da set italiano tout court. Dopotutto la troupe era perlopiù argentina. Insomma, ci si lavorava bene. Umanamente.

Il personaggio di Jacopo è l'ennesimo cattivo che interpreti. Vorresti recitare in un ruolo diverso?
Sì, mi piacerebbe molto lavorare in una commedia, o quantomeno spaziare un pochino tra i generi perché è sempre meglio che rimanere incastrati in uno stesso settore.

Com'è stato lavorare con la regista Cinzia Th. Torrini?
Bello, è stata un'esperienza molto piacevole, sia professionalmente che umanamente. In sei mesi di lavorazione abbiamo condiviso molto, soprattutto perché lei è una che ha molto da insegnarti sulla recitazione. Sicuramente, durante un set del genere, hai la possibilità di crescere molto come attore perché lei cerca sempre di ottenere il meglio da chi recita, dando il meglio come regista. Il risultato è una collaborazione che avviene a livelli alti.

La tua carriera è ricca di ingaggi televisivi. Cosa pensi della fiction italiana? Credi vengano realizzati progetti di qualità o ritieni ci siano limiti produttivi e stilistici da superare?
Io credo che vengano fatti dei prodotti buoni, spesso di qualità. Il cinema si è un po' indebolito negli ultimi tempi e allora la tv ha cercato di occuparne il ruolo qualitativo. Credo che alcune fiction siano indiscutibilmente buone, tanto da dire che una serialità di qualità in prime time può essere paragonata ad un film cinematografico in sala. Penso anche che per noi attori, laddove il cinema sembra sempre troppo elitario, la tv offra delle grosse possibilità di lavoro. E poi ti dà un riscontro diretto con il pubblico. Se vogliamo, è anche più vicina al teatro perché sai che quello che fai viene visto subito da un grosso pubblico. È difficile poi creare situazioni di incomprensione perché la tv non ha filtro. Da questo punto di vista sono contento di farla. Poi chiaramente sogno di arrivare anche al cinema ma una tv fatta così bene, per me, vale la pena continuare a portarla avanti. Credo ci siano oltretutto talenti e persone che sappiano usare il mezzo con molta cognizione e riescono a raccontare storie che hanno una profondità stilistica paragonabile al cinema d'autore.

Quale consideri il ruolo più difficile affrontato nella tua carriera?
Forse proprio questo per la durata e la lunghezza delle riprese. Avere a disposizione un personaggio per sei mesi sembra più difficile all'inizio però poi, sulla lunga distanza, vince il fatto che ormai il personaggio c'è e ha una sua vita propria. Malgrado questo, è stato comunque un ruolo complicato e complesso. Anche perché se devi girare ottanta scene, come in questo caso, entra in gioco un senso pesante di responsabilità nei confronti dell'intero progetto.
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Re: Terra ribelle Rassegna stampa Articoli Articulos

Messaggioda veu » lunedì 27 giugno 2016, 22:33

Da Tv Sorrisi e Canzoni:

Al via «Terra ribelle»: amicizia, passioni e tradimenti nella Maremma del 1876

Cinzia Th Torrini, regista di «Elisa di Rivombrosa». torna con una fiction in costume interpretata, fra gli altri, da Rodrigo Guirao Diaz, uno dei protagonisti di «Il mondo di Patty»...

C’è un posto, in Italia, che per Cinzia Th Torrini, fiorentina doc, conserva un inimitabile sapore selvatico e avventuroso. «È la Maremma, dove faccio equitazione con il mio compagno, dove mio padre cacciava il cinghile, dove ancora ci sono bestiame e butteri». E dove una volta c’erano anche i briganti. Infatti la regista ha voluto inserire pure loro nella miniserie «Terra ribelle» (da stasera su Raiuno), racconto romantico e avventuroso dell’amicizia tra due giovani butteri nella Maremma del 1976, del loro amore per la stessa donna, della rivalità tra famiglie più o meno nobili impegnate a conquistare il potere in un’Italia ancora da «cucire» insieme.

Nel ruolo di Andrea, coraggioso mandriano di umili origini, c’è Rodrigo Guirao Diaz, il bel Nicolas di «Il mondo di Patty», trapiantato dalla telenovela argentina per teenager al molto più adulto «Vento di passioni» nostrano. «L’ho scelto perché ha uno sguardo che buca lo schermo» racconta la Torrini, che nel 2003 aveva consacrato eroe romantico Alessandro Preziosi in «Elisa di Rivombrosa». «Non avevo mai visto “Il mondo di Patty, ho recuperato l’estate scorsa e poi ho capito perché la mia troupe continuava a rivedere da figlie e nipotine sms pieni di cuoricini».

L’attore argentino, che nel curriculum ha anche esperienze come modello, per «Terra ribelle» ha dovuto imparare l’italiano, ma ha anche avuto l’occasione di lavorare a lungo vicino alla natia Buenos Aires. «Abbiamo girato tra ottobre 2009 e maggio 2010» ricorda la regista «e visto che il copione prevedeva molte scene in esterni siamo andati in Sudamerica per approfittare di una temperatura più mite, con paesaggi incontaminati simili a quelli maremmani». Altri esterni sono stati girati nelle zone delle rovine etrusche vicino a Tuscania, a Capalbio e a Firenze.

Ma in scena si vedranno anche tanti saloni di residenze principesche: per esempio nella sequenza della festa di fidanzamento tra due dei protagonisti, «per la quale abbiamo costruito in studio un castello ispirato a quello di Bolgheri, vicino a Livorno».

Una Maremma dolceamara, dunque, quella di «Terra ribelle», «alla quale la mia amica Gianna Nannini presta la sua interpretazione del canto popolare “Maremma amara”. Gianna tra l’altro ha fatto il musical “Pia de’ Tolomei», personaggio chiamato in causa anche nella fiction, nello scioglimento di un mistero. Che però non vi anticipo…»
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