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l paradiso delle signore - Rassegna Stampa

Questa fiction di subito successo è ispirata all'omonimo romanzo Al paradiso delle signore di Émile Zola, è ambientata a Milano nel 1956.
Ha per protagonisti Giuseppe Zeno, Giusi Buscemi, Alessandro Tersigni, Christiane Filangieri, Lorena Cacciatore, Giulia Vecchio, ecc.

Re: l paradiso delle signore - Rassegna Stampa

Messaggioda veu » lunedì 9 maggio 2016, 14:08

Articolo su Lorena Cacciatore (Lucia) da Gente Vip:

Lorena Cacciatore: “L’amore dovrebbe essere come una cioccolata fondente”

Intervista a Lorena Cacciatore – E’ lei la Milla Venturi di “Baciato dal sole”. L’attrice racconta a Gente Vip la sua esperienza nella fiction Rai appena conclusa, ma non si ferma qui e parla della sua vita, le sue passioni, il suo modo di affrontare il lavoro ed il suo essere donna, senza fare sconti a nessuno.
Lo studio, il suo paragonarsi con le stelle comete dello schermo, il suo essere pantera, ma anche una fantastica farfalla. Incontriamo Lorena Cacciatore e come in una deliziosa passeggiata tra amici… comincia l’avventura.

Lorena, tu hai esordito a teatro da giovanissima, ricordi le tue prime rappresentazioni?

In verità, andare a ritroso con l’età è un po’ difficile, io ho iniziato quando ero piccolina con manifestazioni teatrali a scuola, poi ho continuato, diciamo con queste forme di teatro, ho studiato anche con Maurizio Spicuzza del Teatro Biondo, poi ho proseguito con l’Accademia dell’arte drammatica e via via proseguendo. Sì, il teatro è stato l’inizio della mia avventura.

Come ti vedi adesso rispetto ai tuoi inizi?

Un po’ più serena rispetto a prima, perché ci credo di più in quello che faccio, sono più sicura di me. Non perché prima non ci credessi, ma vedevo ogni passo da compiere sempre più complesso, sempre più difficile, ora è diverso. Non so se si può dire, ma sono sempre stata “caxxuta” (ride, n.d.r.). Le sfide mi hanno sempre affascinato, le ho sempre vissute con estrema forza, allegria, volontà che adesso, a maggior ragione, stanno crescendo. Non perché abbia raggiunto determinati traguardi mi sia fermata, anzi, rispetto a prima ci credo di più, quindi, sono più determinata che mai, perché dico “ok, va bene, questa è la mia strada” e così anche le cose più difficili mi risultano fattibili. La mia famiglia ha origini umilissime, per cui non poteva permettersi di mantenermi a Roma. Frequentavo l’Accademia e di notte facevo la cameriera in un bar, però non mi pesava per nulla, anzi, la stessa possibilità di pagarmi l’affitto da sola era per me fonte di orgoglio. Il non pesare sulle spalle dei miei genitori è stata la cosa più bella. Studiavo e lavoravo e nonostante questo ero contenta, la stanchezza passava in secondo piano, mi dicevo che più avanti ci sarebbe stato tutto il tempo per riposare.

Sei orgogliosa di te stessa?

Sì, molto. Sono orgogliosa di me stessa perché non devo dire grazie a nessuno, queste parole non sono dette a caso, perché c’è tutta una forza dietro che ti fa irrobustire le spalle, ti fa accrescere l’autostima.

E’ appena terminata la serie televisiva “Baciato dal sole”, come hai vissuto questa esperienza?

Sono stata sei mesi a stretto contatto con Antonello Grimaldi (regista), Guglielmo Scilla, Giuseppe Zeno, con i quali, per quanto riguarda la mia linea narrativa, interagivo con loro. E’ la prima fiction in cui ho avuto la possibilità di interagire con gli autori, di interloquire con loro, di discutere circa il mio personaggio, costruirlo attraverso i cambi di inquadratura, la necessità di una direzione da dare in quel momento, un’esperienza più unica che rara perché solitamente non si ha il tempo materiale per arrivare alla costruzione di un personaggio così forte, soprattutto totale. Poi il mio personaggio di Milla Venturi ha vari sviluppi: da una prima fase di donna fatale, ad uno in cui emergono fragilità, tanti dolori che comunque contraddistinguono scelte sbagliate da parte della stessa Milla. Poi c’è stata un’evoluzione del mio personaggio dove l’ho costruita attraverso l’interazione continua con gli autori ed è stato un lavoro intenso e meraviglioso. La rarità di questo lavoro è che c’è stato il tempo per riflettere, per concentrarsi sulle sfumature del personaggio e non capita sempre, anche perché nelle fiction i tempi sono stretti. “Baciato dal sole” me lo porto nel cuore perché è stata un’esperienza stupenda, poi, a prescindere dagli artisti che comunque sono stati buoni, abbiamo vinto le serate, mi aspettavo che ci fossero maggiori consensi, rispetto al prodotto offerto, ma è perché io sono molto critica nei confronti di me stessa e mi auguro sempre il meglio, ma ho letto tante bellissime cose, tante critiche ben accette, anche quelle negative, l’importante è che siano serie. Quando leggo critiche di gente che magari ha visto cinque minuti di puntata e poi non ha visto altro, allora mi arrabbio, perché viene fuori il mio temperamento siculo; non sono una diplomatica, una che si tiene le cose dentro nella maniera più assoluta. Difendo con le unghie e con i denti questo prodotto perché ne è valsa la pena farlo, soprattutto ne è valsa la pena guardarlo. E’ stata un’innovazione perché è una fiction che si spinge su argomenti forti, prende in esame determinati aspetti dello show business, anche argomenti forti come il rapporto del mio personaggio Milla con la cocaina, il sesso, insomma… sono cose che raramente si vedono sulle reti Rai.

Sei molto precisa nel raccontarti e nell’osservare tutto ciò che hai attorno, hai mai pensato di fare la regista?

Mi piacerebbe da morire farlo, però devo studiare. Anche nel set di “Baciato dal sole” con Antonello Grimaldi ogni tanto mi mettevo lì e cercavo di capire il principio delle inquadrature, oppure come gestirle, lo scavallamento di campo. Antonello mi ha suggerito un testo che sto studiando con attenzione che è “Il trita-pepe”, un manuale sul cinema, un manuale antichissimo. Mi piacerebbe molto come progetto lontano, ma neanche più di tanto. Fra dodici anni mi piacerebbe fare il mio primo film.

Hai studiato e hai lavorato tanto, quindi ti sei formata sul campo senza farti sconti. Cosa pensi degli attori-attrici usa e getta a solo scopo mediatico? Le hai mai incontrate?

Con tutto il rispetto che posso avere per queste persone, non ci si può comunque improvvisare attori o attrici. Alla base ci deve essere una preparazione, non si può prescindere da questo, per cui già la definizione di attrice usa e getta è sbagliata. Sono personaggi di cui in quel momento si sfrutta la popolarità, vorrei che anche loro, nel momento in cui fossero utilizzati, avessero la consapevolezza di questa cosa. Diventa umiliante, significa cadere in una superficialità che io non vorrei mai incontrare, né vivere. Io non voglio essere una moda, faccio quello che faccio perché ci credo e voglio continuare a farlo perché mi auguro di morire sulle tavole del palcoscenico. Io sono stata sempre contraria a qualsiasi forma di sfruttamento, sarebbe proprio mortificante!!!! Mi auguro che questi personaggi usa e getta ne siano consapevoli e che vivano questa esperienza come singola, oppure mi auguro che si preparino a non essere considerati attori. Anche che le persone che sono uscite dal “Grande fratello” si sono formate: quando si ha l’intelligenza per poter trasformare la popolarità e la moda in qualcosa di concreto, consapevole, allora scatta tutta la mia stima. Non devi necessariamente uscire dai bassi fondi ma, secondo me, il percorso attoriale richiede una formazione, per forza di cose.

Ricordi un momento in cui la tua famiglia è stata contenta di te in modo particolare?

Già il fatto che fossi presa in Accademia, i miei genitori, anche se all’inizio erano molto preoccupati, erano molto contenti. Ricordo che ai miei primi lavori, quando andavo ai provini, al mio ritorno a casa raccontavo tutto ai miei genitori e ci chiedevamo se sarebbe arrivata una risposta positiva o no e quando arrivava la notizia che il provino era passato eravamo tutti pieni di gioia. Man mano hanno incominciato a crederci anche loro, io mi sono mostrata forte in questo percorso e loro hanno gioito insieme a me del mio percorso.

Tu hai un viso fotogenico ed un fisico adatto per la fotografia, hai mai posato come fotomodella? Ti piacerebbe?

Non ci ho mai pensato, mi diverto molto però quando mi fanno delle foto, potrebbe essere interessante. La mia miglior amica è una fotografa e con lei, come materiale nostro, per ridere e per scherzare, ci divertiamo a costruire delle storie fotografiche in cui sono ovviamente la protagonista, mi piace inventare delle storie quando mi metto davanti all’obiettivo.

Una domanda curiosa che qualche fan ci ha suggerito di farti: con tutti i personaggi che hai interpretato finora ed i cambi di capigliatura, ma tu che colore di capelli hai?

Il mio colore naturale di capelli l’ho abbandonato all’età di quattordici anni, quando li ho schiariti con una bella dose di camomilla (ride, n.d.r.). Premesso questo, i miei capelli sono stati sempre biondo scuro cenere, però mi piace sempre cambiare look.

Hai seguito la settimana della moda? Ti tieni informata sulle ultime novità in tal senso?

Non sono legata a tendenze e mode, mi piace quello che mi piace. Seguo di più la moda per quanto riguarda le scarpe, che sono la mia passione, su questo sono informatissima su tutte le collezioni delle mie marche preferite, per i vestiti dipende. Su di me i vestiti si devono adattare al mio fisico e non alla tendenza del momento.

“L’Amore è…..”

L’amore è un grandissimo punto interrogativo, spero di trovarlo, dovrebbe essere un qualcosa di sorprendente, avvolgente, come una cioccolata fondente, mi auguro che sia questo, che lasci lo stesso gusto, la stessa felicità della cioccolata fondente, una “scarica” di serotonina continua.

Tu, caratterialmente come sei?

Sono molte dolce con le persone che amo che in questo momento sono le mie amicizie, la mia famiglia, però non sono priva di angoli, ho tantissime note che fanno paura a molti uomini, soprattutto sono uno spirito indipendente, uno spirito libero, io non posso stare in una gabbia, ho bisogno dei miei momenti, di vivermi le mie profondità, le mie malinconie. Ad esempio sono appena tornata da un week end solitario ad Ischia, ho rifiutato molti inviti di amici, non sono neanche scesa a Palermo per le vacanze per stare con la mia famiglia, perché avevo la necessità di prendermi dei giorni per stare con me stessa, per prendermi cura di me, immergermi continuamente in quest’anima che comunque ha bisogno di essere nutrita, per tornare al mondo, agli amici, alle conoscenze. Non so come mi vedono gli uomini, sicuramente non sono semplice, non è facile starmi dietro. Non è una mancanza di rispetto nei loro confronti, ma io sono una “tigre selvaggia”.

Sentendoti parlare dai l’impressione di essere una tigre selvaggia, ma anche una farfalla libera.

Assolutamente sì.

Dopo tutto il lavoro che hai fatto fin’ora te lo faresti un regalo, cosa?

(Sorride, n.d.r.) Mi regalo attimi di estrema bellezza, che possono essere una passeggiata dentro ad un castello aragonese, immergendomi dentro per ore, osservando il panorama meraviglioso, oppure una mostra d’arte, una chiacchierata con un’amica…

Alla tua parte bambina invece che cosa le regaleresti?

Ogni giorno sempre qualcosa, la bambina che è dentro di me viene abbondantemente curata, nutrita, coccolata, non posso fare a meno della Lorena bambina, che è quella che mi ha portato fin dove sono adesso.

Hai dei lavori in corso?

Adesso ho le seconde serie di “Tutto può succedere,” del “Paradiso delle signore” e sono i due progetti di cui posso parlare perché sono quelli che sono affermati, altri invece sono in fase di contrattazione e quindi non posso dire cose sicure. Ma appena ci saranno novità ve ne metterò a conoscenza.

Grazie Lorena per la tua disponibilità. Un augurio da parte di tutti i tuoi fan e un buon lavoro da parte di Gente Vip.

Grazie a voi. Un saluto a tutti i lettori e un abbraccio a tutti i miei fan.
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Re: l paradiso delle signore - Rassegna Stampa

Messaggioda veu » sabato 4 giugno 2016, 20:38

Articolo su Lorena Cacciatore (Lucia) da Corriere dello Sport:

INTERVISTE
Lorena Cacciatore: «Il paradiso delle signore, un'esperienza unica»
L'attrice siciliana racconta a In Roma la sua passione per la recitazione, i suoi progetti futuri e molto altro

VENERDÌ 3 GIUGNO 2016 17:51
Lorena Cacciatore, la bella attrice di origine siciliana protagonista nelle fiction Baciato dal sole e Il paradiso delle signore si racconta a In Roma. Dai suoi esordi, gli studi all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico fino agli ultimi successi per finire con il futuro, lo sport e Rione Monti dove si respira «un’atmosfera magica».

Ho letto che hai iniziato a recitare in maniera casuale. Vuoi raccontarci come è andata?

Ho iniziato per sfogare sia la ribellione a scuola che le problematiche adolescenziali, per cui posso dire che attraverso il teatro è partita la mia “conversione”. È cominciata come gioco scherzo e un modo per convogliare delle energie al fine di migliorare la condotta e poi con il tempo è diventata una specie di necessità. Dopo il diploma mi sono trasferita a Roma e ho deciso che quello sarebbe stato il mio futuro, ma i miei genitori assolutamente contrari.

Come è stata l’esperienza all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico? La consiglieresti a chi vuole intraprendere un percorso come il tuo?

È stata difficilissima perché di giorno stavo in accademia e di notte lavoravo al bar. La consiglio ma deve esser una scelta consapevole, fatta con coscienza. Deve scattare qualcosa in te che ti fa arrivare al punto di capire che non puoi fare a meno di questo mestiere.

Sei un’artista poliedrica ti sei sempre divisa tra teatro, televisione e cinema. Quale di questi ambienti ti trasmette più emozioni?

Il lavoro di base più o meno è sempre lo stesso ma le situazioni sono completamente differenti anche e soprattutto per quello che riguarda la gestione dei rapporti umani. Sono belle tutte e tre proprio perché ognuna di queste mi trasmette qualcosa e da ognuna di queste imparo sempre cose diverse.

Ultimamente ti abbiamo visto nelle fiction della Rai come Baciato dal sole e il Paradiso delle signore. Quali tra queste ti ha coinvolta di più e quale personaggio hai sentito più tuo?

Il paradiso delle signore è stata un’esperienza fantastica, al di là del personaggio di Lucia che era piccolo ma ben strutturato, lì ho trovato un gruppo di giovani attori straordinari che a distanza di 6 mesi dalla fine delle riprese ancora sento e ogni tanto vedo. Invece in Baciato dal sole ero una protagonista a tutti gli effetti. Sono state entrambe esperienze affascinanti ma con Il paradiso delle signore arrivavo sul set ed ero subito Lucia una sensazione mai provata prima.

Giugno sarà un mese ricco di impegni, vuoi parlarcene?

Il 6 giugno riprendo con la seconda serie di Tutto può succedere, in più girerò gli spot della 3 con Giuseppe Zeno, Gianmarco Tognazzi, Michele Maganza e Giada Barbieri. Poi c’è una cosa che da palermitana mi riempie di gioia e di onore, mi hanno chiesto di interpretare Santa Rosalia per il festino di Palermo. Negli anni passati è stato chiesto a tantissime attrici e personalità d’eccellenza. Il fatto che quest’anno sia stato chiesto a me significa che forse sto proseguendo sulla strada giusta. Per me è come vincere un oscar, in piccolo ma siamo là.

Tu sei nata a Palermo ma vivi a Roma da molto tempo. Quali sono i tuoi posti preferiti della città?

Ho vissuto tre mesi a Trastevere e mi piaceva tantissimo la passeggiata su Ponte Sisto. Ora il mio posto preferito è Monti, mi piace passeggiare per quei vicoletti, farmi trasportare da questa magica atmosfera che c’è soltanto a Roma, la potenza della storia che ti parla, che entra dentro di te.

Ti piace lo sport ne pratichi qualcuno?

Ho praticato per tanti anni la Thai Boxe. E per dire una cosa un po’ più femminile, e non lo faccio per compensare il mio lato da uomo che esce fuori con la thai, mi piace da morire il pattinaggio sul ghiaccio e adoro Carolina Kostner.
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Re: l paradiso delle signore - Rassegna Stampa

Messaggioda veu » lunedì 8 agosto 2016, 22:57

Articolo su Lorena Cacciatore (Lucia) da Grazia:

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Re: l paradiso delle signore - Rassegna Stampa

Messaggioda veu » domenica 6 novembre 2016, 18:01

Articolo del 2015 su Silvia Mazzieri (Silvana) da Vanity Fair:

[PEOPLE / ITALIA]28.12.2015
Silvia Mazzieri: «Si amava meglio negli anni '50»
Nel Paradiso delle Signore è la venere Silvana, «solare, ingenua, non sa ancora cos'è l'amore». Nella vita, l'ex Miss l'ha trovato, e lo tiene stretto. Ma rimpiange «la spontaneità e la purezza» di quel periodo...

L'entusiasmo, la voglia di fare (e di sognare), l'ingenuità e la spensieratezza. Silvia Mazzieri, 23 anni racconta così quello che le è «rimasto addosso». Degli anni '50. Oltre alle gonne lunghe, alle acconciature raccolte, ai colori, ai palazzi e alle prime automobili, per le vie di una Milano in divenire. «Ognuno non solo sperava di cambiare il mondo, era convinto di poterlo fare», racconta a Vanity Fair, nel ricordare il suo ultimo ruolo (dopo l'esordio ne Una Ferrari per due, Provaci ancora prof 6) ne Il Paradiso delle Signore (in onda su RaiUno il lunedì sera). Lei nella serie è Silvana Maffeis, commessa nel primo grande magazzino milanese per signora. Ma con una grande passione per il cinema. Un po' come lei, eletta nel 2010 Miss Cinema. Una fascia che le ha fatto capire «chi volevo diventare, nonostante la bocca che si seccava».

Oltre al desiderio di essere attrice, cosa condivide col suo personaggio?
«È un ruolo che mi è piaciuto da subito, tantissimo. Silvana viene da un piccolo paesino di campagna come me. E siamo entrambe solari, spontanee, ma devo dire che lei è molto più ingenua. Io sono nata nel 1993, quei 40 anni in mezzo fanno la differenza».

Delle donne di quell’epoca che idea si è fatta?
«Ho guardato tantissimi filmati, mi sono documentata. La guerra era finita da un po’, l’entusiasmo lo si toccava con mano. Ognuno non solo sperava di cambiare il mondo, era convinto di poterlo fare. Le donne erano sicure, testarde. La loro posizione in società poteva non essere chiara, ma loro sapevano benissimo cosa volevano. L'idea di fisicità era più formosa, le curve venivano valorizzate, oggi purtroppo il messaggio è diverso. Le donne poi erano eleganti, si puntava sul fascino. La femminilità paradossalmente era meno ostentata ma molto più pronunciata».

E l’amore?
«Se parliamo del mio personaggio, Silvana ancora non sa bene cosa voglia dire amare. Nel corso della serie incontrerà qualcuno, ma non saprà bene cosa fare. Spesso infatti dice "Non so come comportarmi con gli uomini". In generale posso dire che le relazioni erano diverse, ma credo che l'amore non cambi. Adesso forse c’è troppa libertà, lì invece ce ne era troppo poca, bisognerebbe trovare la giusta via di mezzo. Ma negli anni ’50 quando era amore, era un amore puro, totalizzante. Molto più che adesso».

Cosa faceva prima di Miss Italia?
«Tutt'altro. Praticavo atletica a livello agonistico, stavo per diplomarmi in chimica industriale. E dopo avrei voluto frequentare farmacia».

Perché ha partecipato a quel concorso?
«L’ho fatto per gioco, ero timidissima e volevo vedere se riuscivo ad aprirmi. Su quel palco all'inizio mi mancava la saliva, non riuscivo a respirare. Ma pian piano ho acquistato una nuova consapevolezza, il vincere quella fascia mi ha incuriosito. Ho pensato "quasi, quasi". Così dopo, ho iniziato a frequentare a Firenze una scuola di teatro, sono arrivati i primi provini e le prime fiction. Sono cresciuta tantissimo».

Non è l’unica Miss della fiction (oltre a lei Giusy Buscemi, miss Italia 2012 e Giulia Vecchio, ndr)
«Con Giulia addirittura abbiamo partecipato alla stessa edizione ed è stata una gioia ritrovarci qui. Non rinnego niente di quel concorso. Miss Italia è un trampolino, ti dà molta visibilità, dopo ognuno deve tirare fuori la propria personalità e disegnare la propria strada».

In tv non sembra lasciare molto spazio all’amore. Anche nella sua vita è così?
«Sono una ragazza molto romantica, credo nell’amore vero. Deve essere il motore di tutte le cose. Ma a differenza del mio personaggio, io ho già questa consapevolezza. Io amo.

In questo momento è innamorata?
«Sì, sono innamorata. Vivo una bella storia che tengo per me. E va molto bene».

Alla fine del 2015 manca pochissimo. Qual è il suo bilancio?
«Molto, molto positivo. So già che questo ultimo dell’anno piangerò più del solito».

Perché, di solito, piange?
«Io al "3, 2, 1…buon anno", piango sempre. Le spiego: ogni anno mi do un obiettivo: "Silvia, devi darti da fare, impegnarti, fare questo, fare quello". E quest’anno, che è stato fondamentale sia per la mia carriera, sia per la mia vita, ho tanto per cui dire grazie. Per questo piangerò ancora di più. Prima di ripartire con i nuovi obiettivi».
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Re: l paradiso delle signore - Rassegna Stampa

Messaggioda veu » giovedì 12 gennaio 2017, 18:45

Articolo su Cristiano Caccamo (Quinto) da Grazia:

Cristiano Caccamo: il chirurgo con la giacca di pelle

5 GENNAIO 2017

Con il camice nel serial Che Dio ci aiuti 4 e in divisa nel Paradiso delle signore. Cristiano Caccamo è l’attore onnipresente nelle serie che piacciono. E lui confessa qui quale delle due lo ha conquistato

Lo vedremo con il camice di un giovane cardiochirurgo in Che Dio ci aiuti 4, in onda su Rai Uno dall’8 gennaio. Ma in questo momento Cristiano Caccamo, 27 anni, futuro divo delle fiction, ha già indossato una nuova divisa, quella di magazziniere per recitare sul set di un’altra serie televisiva, sempre Rai Uno, l’attesissima
Il paradiso delle signore. «Ma se dovessi decidere quale delle due professioni svolgere nella vita, farei il magazziniere», mi dice senza ombra di dubbio.

La scelta meno ambiziosa. Come mai?
«Il paradiso delle Signore è ambientato negli Anni 60, un’epoca in cui si viveva molto meglio di adesso. Con più spensieratezza e anche più speranza».

Sempre a proposito di scelte: lei ha lasciato la sua famiglia e il suo paese, Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, a 15 anni.
«La mia esperienza è in controtendenza nazionale, lo so. Ma al liceo che frequentavo non mi trovavo bene, così al terzo anno mi sono trasferito in un convitto ad Assisi. Periodo splendido. Lo rifarei. Poi, mi sono iscritto a Lingue all’università La Sapienza, a Roma. Taurianova non mi è mai mancata».

La carriera di attore com’è iniziata?
«Tutta colpa di mio padre. Desiderava che io facessi qualcosa di artistico: prima ho studiato chitarra e, in seguito, recitazione. Nessuno pensava che mi sarebbe piaciuta al punto da investire lì il mio futuro».

Anche in amore ha le idee così chiare?
«Non bastano le idee per trovare l’amore. Non lo cerco, ma so che prima o poi arriverà».
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Re: l paradiso delle signore - Rassegna Stampa

Messaggioda veu » venerdì 24 febbraio 2017, 20:05

Da RestoAlSud:

La libertà di un sorriso sincero. Intervista all’attore Marcello Maietta

Incontro Marcello Maietta in un tardo pomeriggio di marzo in un bar non lontano dal centro storico della città d’origine di entrambi, Forlì, nel cuore della Romagna. Una pioggia quasi incessante intervallata da brevi schiarite a fare da sfondo e una leggera musica di sottofondo hanno accompagnato la nostra chiacchierata. Dopo un esordio al cinema con “Il figlio più piccolo” diretto da Pupi Avati, l’abbiamo recentemente visto ne “Il paradiso delle signore”, la fiction di Rai1 che ha raccontato con leggerezza ma anche con una grande efficacia emotiva la storia di un grande magazzino nella Milano degli anni cinquanta. Quello che colpisce di Marcello Maietta è la straordinaria semplice umanità attraverso cui si racconta, qualità non di poco conto per un giovane che ha fatto delle sue passioni il suo mestiere. Abbiamo parlato dei suoi esordi, di ricordi, di un Sud che è parte integrante della sua vita, di un mondo, quello dello spettacolo, affascinante ma anche molto complesso, ma soprattutto di emozioni e di vita. Marcello Maietta è, oltre che un’anima ribelle, una persona, vera, ha fatto anche del sorriso la sua filosofia, perchè il sorriso nella vita è importantissimo e saperlo portare è ancora più straordinario, perché attraverso una risata si riesce a comunicare anche qualcosa di profondo.

Chi è Marcello Maietta?

E’ un giovane ragazzo, semplice, pieno di vita e di speranza. E’ un 27enne che sta cercando di costruirsi un percorso nel modo migliore possibile. Il mondo del cinema è un un mondo estremamente affascinante, ma altrettanto complesso, dove non sempre il merito viene premiato. Sta facendo tesoro di tutto quello che gli sta accadendo intorno perchè profondamente convinto che lo studio, l’onestà e il merito possano permettere di avere ancora un futuro in questo Paese. E’ nato a Forlì, una piccola città della Romagna, anche se di padre napoletano e madre palermitana. Il teatro, il piccolo e grande schermo, in generale l’arte, l’hanno sempre rapito. Non ha mai sopportato chi promette senza mai mantenere. Marcello Maietta è un ragazzo che sta costruendo ancora le fondamenta della sua casa; ci sta mettendo diverso tempo a dire il vero, ma crede fermamente che i sacrifici fatti daranno i propri frutti.

Sei un giovane attore, ci racconti com’è nata questa passione per la recitazione?

E’ tutto nato per gioco. Avevo cominciato con la musica; mio padre è editore musicale, mia madre e mio fratello hanno sempre suonato. All’età poi di 15 anni circa, ricordo di essermi preso una vera e propria cotta per una ragazzina che di me non voleva proprio saperne e per farmi passare quell’infatuazione anziché rinchiudermi in una discoteca, ho iniziato a fare teatro, esattamente al Piccolo di Forlì. Da quel momento, tutto è cambiato. Il teatro mi ha permesso di scoprire sempre più me stesso, permettendo di confrontarmi con i personaggi che andavo ad interpretare; mi ha fatto capire quanto fosse importante non fermarsi alla superficie delle cose, ma andare oltre.

Ti abbiamo visto recentemente ne “Il paradiso delle signore”, la fiction targata Rai1, campione d’ascolti. Qual è stato il segreto del suo successo secondo te?

Posso dirti che sono stato contentissimo dell’affetto del pubblico! C’è stata una preparazione molto attenta e puntuale da parte di tutti, il soggetto e la sceneggiatura sono stati davvero ottimi, scritti da coloro che hanno anche vissuto quella realtà. La vera scommessa era il cast, un gruppo di giovani attori che si sono ben documentati, oltre che sui propri personaggi, sul periodo storico, assetati non di successo, bensì di cercare di dare il proprio contributo per un racconto che avrebbe suscitato forti emozioni. L’amore tra il pubblico e “Il paradiso delle signore” credo sia nato nel momento in cui è emersa l’onestà della sincerità che c’è stata nel raccontare questa storia, perchè erano esattamente quelle le atmosfere e le sfumature emotive del dopoguerra.

La fiction ci ha raccontato l’Italia del dopoguerra, un Paese che andava ricostruito e il successivo boom economico, in particolare Milano. Come ti sei preparato per questo ruolo e che idea ti sei fatto di quegli anni?

Per interpretare Giovanni, mi sono ispirato molto a mio nonno, per me un esempio di uomo che ha partecipato alla seconda guerra mondiale per poi entrare nella polizia stradale. E’ stato un uomo che per necessità ha lasciato il suo Sud per poi trasferirsi a Forlì; è sempre stato un modello per me, per la sua grande umiltà in particolare. Posso dirti che nel momento in cui mi è stato proposto questo ruolo, ho detto subito di sì, indipendentemente dalla storia. Credo davvero che quel periodo sia stato stupendo, perchè è il lasso di tempo in cui c’è stata una vera e propria evoluzione umana. Mi piaceva molto l’idea di poter fare un film in costume, anche se ne avevo già fatto uno su Pasolini in cui vestivo i panni di Ninetto Davoli, in cui ho recitato in dialetto romano, senza esserlo di nascita. Erano anni in cui il Paese stava piano piano ripartendo, gli anni del boom economico ma soprattutto quello che mi ha sempre colpito era la felicità delle persone, in cui anche un povero poteva permettersi di accennare un sorriso; erano anni di rinascita, di luce ma anche di rivoluzione, perchè il vero cambiamento consiste proprio nel creare qualcosa di nuovo e quel periodo è stato completamente progressista.

Cambiando argomento, tu e la musica?

La musica fa parte della mia vita da sempre, è sicuramente un valore aggiunto, un’abilità che faccio in modo coinvolga in qualche maniera anche la recitazione. Il progetto indie rock “Sudestrada” è partito da un progetto cinematografico che avevo scritto insieme a un altro membro del gruppo, ovvero quello di fare la colonna sonora di un nostro progetto. Ben presto ci siamo ritrovati a comporre, da una sorta di scherzo è nato un progetto che sta andando molto bene. Abbiamo infatti anche appena finito un tour e ne siamo rimasti davvero entusiasti. La musica, esattamente come il cinema, può dare quella carica di energia che a volte può mancare, oltre che essere una vera medicina dell’anima.

A soli 21 anni hai preso parte a “Il figlio più piccolo”, diretto da Pupi Avati, uno dei registi più carichi di umanità del nostro cinema. Cosa ricordi di quell’esperienza? Cosa voleva dire per un giovane attore essere diretto dal Maestro?

Pensa che ancora oggi fatico a crederci! Posso dirti che lui mi ha dato il terreno per costruire la mia casa, anzi me l’ha regalato senza volere niente in cambio, credendo in un giovanissimo ragazzo di provincia che era a Roma da pochi mesi. Ha creduto nella mia spontaneità e non posso far altro che dirgli Grazie. Dovevo interpretare un ragazzo più grande della mia età effettiva, ovvero un 25enne ed è stato il primo regista che mi ha dato una responsabilità molto più grande di quella che mi aspettavo. Il suo è un cinema capace di raccontare la straordinaria semplicità del quotidiano, un cinema che ha un valenza anche etica, che racconta una storia che permetta allo spettatore di identificarsi e sentirsi in qualche modo il protagonista. Dopo questo film, sono entrato al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma.

Nella tua pagina della tua agenzia, leggiamo: “Ho trascorso i miei giorni smontando le cose e ricostruendole, senza chiedere come si fa. Un ribelle deve esserlo, almeno in una certa misura, anche a se stesso”, da “Il Ribelle”. Posso chiederti perchè proprio questa frase? La ribellione più essere vincente per un artista?

Essere ribelle, senza essere un anarchico. Ognuno è ribelle nel momento in cui dice la sua, e posso dire che Pier Paolo Pasolini aveva ragione. Essere ribelli a se stessi non significa rifiutare qualsiasi tipo di regola, anzi; credo che la vera liberà sia quella di non uniformarsi alla massa pur stando all’interno delle regole che la società ci delinea. Secondo me, il vero talento sta nelle scelte che ognuno di noi fa. A volte bisogna avere il coraggio di dire no, anche se nel mondo dello spettacolo non è così semplice, anche perchè la possibilità di sperimentarti e anche di crescere professionalmente non ti viene data da tutti. Questo mestiere ti permette di avere la capacità di essere camaleontico, di metterti costantemente in gioco, fino anche ad oltrepassare limiti che sembravano invalicabili, senza mai considerarti “arrivato”. Quello che più mi dispiace è che i più pensano che questo mestiere sia solo un divertimento dettato da un ego spropositato, ma non è così. E’ esattamente un lavoro come un altro, essere un attore è come essere un artigiano. Ognuno di noi deve riuscire a essere sé stesso e quando sei te stesso, sei già un ribelle. Ognuno di noi deve avere la capacità di scegliere e non di farsi scegliere, è questa la vera libertà.

Quest’intervista verrà pubblicata in Resto al Sud. Qual è il tuo rapporto con il Sud?

Il Sud è il mio sangue, sono i miei nipoti, la mia famiglia. E’ la vestaglia di mia nonna che svolazzava qua e là con il vento, è l’odore dei panni stesi al sole, il profumo dei gelsomini che invade chiunque. Il Sud è un sorriso che non ti aspetti di ricevere, è il sole, il mare, è la strada. E’ verità, spontaneità. Il Sud per me è la vita che può farti scendere una lacrima nel momento in cui, per varie ragioni, devi affrontare una sfida molto importante, ma anche la vita che può regalare la speranza e la voglia di non mollare mai. Il Sud a volte diventa sinonimo di abbandono e solitudine, ma non credo sia così; ho moltissimi parenti che non se ne sono andati, ma che anzi sono rimasti lì, perchè credono che qualcosa possa davvero cambiare. Comprendo però anche chi lascia quelle terre per lavoro, per studio o per darsi comunque una possibilità in più; quello che non capisco è perchè alcuni lascino il Sud per andare all’estero. Il nostro è un piccolo e grande Paese, ecco perchè dobbiamo resistere e combattere se necessario, per far sì che bellezza che abbiamo non venga dimenticata e lasciata marcire.
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Re: l paradiso delle signore - Rassegna Stampa

Messaggioda veu » venerdì 24 febbraio 2017, 20:09

Articolo su Giorgia Masseroni che ne Il Paradiso delle Signore 2 interpreterà il ruolo di Federica, una delle nuove Veneri del Paradiso.
Da La Gazzetta dello Spettacolo:

Giorgia Masseroni, il mio paradiso delle signore

Giorgia Masseroni nuovo volto de Il Paradiso delle Signore 2

Sono iniziate da pochi mese le riprese della nuova stagione de Il Paradiso delle Signore. La fiction di successo di Rai 1 si prepara alla sua seconda stagione e lo fa riconfermando l’eccezionale cast della prima: Giuseppe Zeno, Giusy Buscemi, Silvia Mazzieri, Alessandro Tersigni, Cristiano Caccamo. Ma tante saranno le sorprese, tra cui una nuova new-entry: Giorgia Masseroni.

La Gazzetta dello Spettacolo ha incontrato la giovane attrice proprio durante una pausa dalle riprese.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Giorgia Masseroni. Sei sul set della nuova stagione de Il Paradiso delle Signore. Cosa puoi dirci del tuo personaggio?

Il mio personaggio è Federica, una delle nuove commesse del Paradiso delle Signore. È brava sul lavoro ma allo stesso tempo curiosa e peperina. Cerca sempre di leggere cosa si nasconde dietro gli sguardi delle altre veneri e di stanare intrighi amorosi che commenta puntualmente con battutine maliziose e ironiche.

Spesso però si ritrova a farsi “beccare” da chi in quel momento non doveva sentire. Nell’evolversi del racconto poi si scopriranno altri aspetti di questo personaggio ma non posso rivelare nulla!

Ti assomiglierà? In cosa credi di essere diversa da lei?

È diversa da me per moltissimi aspetti. Credo che nel profondo Federica abbia bisogno di amore e questo ci renda vicine, però manifesta questo bisogno con comportamenti molto diversi dai miei. Come lei anche io sono curiosa, mi incuriosisce conoscere le persone, le loro storie, capire perché un essere umano fa delle scelte piuttosto che altre anche in base a ciò che ha vissuto.

Come é stato per te entrare a far parte di questa fiction?

Fantastico, in un attimo mi sono ritrovata vestita anni ’50, con bustini, costumi, acconciature e mentre guardo le persone intorno a me, gli oggetti dell’epoca, mi chiedo come fosse vivere in quegli anni, mi vengono in mente i racconti della mia nonna che quell’epoca l’aveva vissuta davvero.

Per esempio, mi raccontava e mostrava sempre come una cosa preziosissima, la borsetta del suo matrimonio, forse uno dei pochi accessori di valore che avesse mai avuto, acquistata in un importantissimo negozio di cose per signora a Torino, custodita gelosamente nella sua scatola originale, identica alle scatole che ogni giorno Federica mostra o mette a posto al Paradiso.

Me lo raccontava con gli occhi pieni di meraviglia quell’acquisto così speciale, nella grande città, per una donna che veniva dalla campagna doveva essere davvero un evento eccezionale! Ecco, per me il Paradiso è quello, quel posto dove tutto era estremamente elegante e prezioso per le donne dell’epoca e dove chiunque sognava di vestirsi per sentirsi bella.

Il paradiso delle signore vanta un cast quasi tutto al femminile. Che rapporto stai creando con le altre colleghe e come ti hanno accolta?

Non avrei potuto chiedere di meglio, dalla regista a tutte le colleghe attrici davvero una bellissima accoglienza, unita alla grande professionalità di tutti i reparti. Ci divertiamo tantissimo!

Fino ad ora, quale é la cosa che più ti ha colpita di questa fiction?

Della scorsa serie mi ha colpito molto la naturalezza con cui vengono raccontate le vicende dei personaggi e poi la gioia e la bellezza che il Paradiso delle Signore a mio parere trasmette, le musiche originali, i costumi. Mi ha colpito tanto inoltre che venga spesso anche raccontato il lato “buffo” dei personaggi in tanti piccoli particolari che li rendono adorabili e umani.

Ma noi telespettatori cosa ci dobbiamo aspettare da questa seconda stagione?

Non posso dire assolutamente nulla su cosa succederà, ma spero tanto divertimento, tutto quello che noi sentiamo ogni giorno sul set.

Giorgia, parlaci di te. Chi sei quando non reciti?

Quando non recito amo molto i viaggi e la cucina. Amo perdermi per le strade di città che non conosco, visitare mostre, musei, bei panorami e ho una passione per le terme, soprattutto quelle naturali. Poi mi piace cucinare nel tempo libero, soprattutto preparare cose buone per le persone a cui voglio bene. Studio all’università e quando posso tra una ripresa e l’altra, faccio anche qualche esame!

Quando hai capito che recitare era la strada giusta da seguire?

L’ho capito presto. Da piccolissima, a circa tre anni e mezzo, i miei genitori mi portarono in una scuola di danza perché distruggevo il tappeto di casa inventando coreografie specifiche per ogni sigla dei cartoni animati! Lì ho conosciuto verso i dieci anni un insegnante di recitazione che mi fece leggere alla prima lezione un monologo di Giulietta ed è stato subito amore.

Tornai a casa convinta che avrei fatto l’attrice nella vita! Ho poi sperimentato diversi campi di espressione artistica, dal canto alla musica, sono stata per un po’ la bassista di un gruppo musicale, ma la via di espressione che sentivo più mia è sempre stata la recitazione.

Sei diplomata al Centro Sperimentale. Quale é il ricordo più bello di quegli anni?

Il Centro Sperimentale è stato un grandissimo sogno per me. Ricordo la sensazione all’inizio della scuola, quando ho realizzato che per tre anni mi sarei dedicata per 8 ore al giorno alla recitazione, a cercare di migliorare, di esplorare ciò che potevo dare, i personaggi che potevo trovare, a confrontarmi con bravissimi insegnanti. Un’esperienza stupenda, anche faticosa a volte ma quella scala in marmo con le foto della Magnani mi creava sempre una certa emozione.

I ricordi più belli forse sono gli incontri con grandi maestri e ottimi registi, da Woody Allen a Ennio Morricone, Daniele Luchetti, Paolo Sorrentino e tanti altri fantastici artisti. E poi i momenti buffi con i compagni di classe, un giorno stavo interpretando un personaggio di una commedia di Shakespeare e nella messa in scena eseguivo dei movimenti di acrobatica sulle parallele.. Bè, in prova sono rovinosamente e buffamente caduta, per fortuna senza farmi male, risero tutti a crepapelle.

Quale é il consiglio che vorresti dare alle giovani attrici che vogliono intraprendere la tua stessa strada?

Dare un consiglio è una grandissima responsabilità, io posso solo dirti quello che è stato importante nel mio percorso fino a qui. Io penso che sia stato fondamentale chiedermi ogni giorno se fossi veramente mossa dalla passione per questo lavoro e, realizzando di non poterne fare a meno, cercare di affrontare le difficoltà che si presentano lungo il percorso con quella consapevolezza, di stare facendo la cosa giusta per me.

Detto questo, ho cercato di prepararmi, di studiare per diventare una professionista, di essere una professionista, di mettermi in discussione con umiltà, perché soprattutto ai provini gli altri vedono ciò che io permetto di vedere di me. Cerco di rinnovare spesso il mio allenamento all’immaginazione e di portare sempre il cuore. Poi penso che circondarsi di professionisti sia importantissimo, un buon agente è fondamentale e in questo io sono fortunata.

So che sei seguita da Patrizia De Santis. Parlaci di lei.

Sì, nei periodi in cui non giro frequento la sua scuola, l’ HT studio De Santis, l’unico Centro Italiano di formazione attoriale bilingue con la Tecnica Chubbuck. Trovo che questo metodo di studio della recitazione sia molto profondo e molto efficace per me. Iniziai conoscendo Ivana Chubbuck al Centro Sperimentale e dopo la scuola ho conosciuto Patrizia De Santis, la prima e unica insegnante ufficiale di tecnica Chubbuck in Italia.

Patrizia trasmette la Tecnica con grande dedizione, professionalità ed è soprattutto in grado di capire subito che tipo di attore e di persona ha davanti e aiutarlo a tirare fuori il meglio di sè, un aiuto fondamentale nella preparazione dei personaggi. Per me è importantissimo non smettere mai di allenarmi e di cercare, studio in due lingue, inglese e italiano, le scene dei migliori film della storia del cinema, divertimento assoluto.

Sogni nel cassetto e progetti futuri.

Sogno di non smettere di sognare! Sogno di poter andare avanti nella mia carriera sia nel cinema che nella fiction e nel teatro, sogno personaggi diversi da me da cui imparare. Poi sogno di rendere felici le persone che amo e di migliorare me stessa, sempre.
Sui progetti futuri non posso dire ancora nulla, top secret!
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